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Steve Jobs, il genio…anche grazie alla nostra voglia di miti e di illusioni

Steve Jobs presenta ICloud, e tutti a prostrarci ai suoi piedi.

In sé il cloud computing non è una novità. Elementare, Watson, direte tutti voi!!!

Del cloud computing se ne parla, se ne sente parlare da tempo. Digitate la parola cloud computing su Google: vi verranno restituiti 26.300.000 risultati. In più, n. alla potenza risultati sponsorizzati.

Che il cloud computing sarà il business dei prossimi anni è ormai chiaro, basta leggere, per citare un esempio, gli studi prodotti da Gartner.

Tutti, dico tutti, offrono servizi cloud. Cisco, IBM, Microsoft, Google, Amazon, Telecom (La nuvola italiana sic!!!). Tutti!!!

Poi, naturalmente si confonde l’hosting con il cloud. Tiriamo veli pietosi sulle offerte dei venditori dell'”olio di serpente”.

Pochi, purtroppo conoscono le differenze tra cloud computing privato, pubblico, ibrido. Tra una piattaforma cloud, software in cloud ecc. ecc. Dettagli si dirà?

No, non è così, anche per dare un giudizio su ICloud.

Potrebbe sembrare che il prodotto che Steve Jobs ha presentato ieri (oltre ai nuovi sistemi operativi iOs5 e Mac Os X Lion) sia l’ennesima, banale, offerta di servizi cloud. Apple, una volta tanto, non è arrivata per prima. Una volta tanto insegue, chioseranno gli invidiosi Microsoft dipendenti.

Mi pare non sia così. Steve Jobs propone servizi di cloud gratuiti, in cambio pagheremo gli abbonamenti ai servizi che consentono di acquistare musica, film, apps ecc., rafforzando così il sistema Apple Store.

Inoltre ICloud integrerà i nostri dati, i nostri file, le nostre note, le nostre rubriche, i nostri contenuti sulle diverse navi della flottiglia Apple che possediamo: IPad, IPhone, Mac Book ecc.

Certo, perché possediamo più di “un attrezzo” Apple. Sempre meno disco fisso, sempre meno PC, sempre di più nuvola e dematerializzazione. Musica per le mie orecchie.

Ovviamente il mondo Apple, sarà sempre di più proprietario e impenetrabile ad altri sistemi. Un territorio di caccia esclusivo.

Naturalmente, mi inchino una volta di più di fronte al genio di Steve Jobs, apprestandomi a comprare altri due IPad aziendali. Funzionano benissimo, il sistema operativo è stabile e veloce.

Penso, con ironia, ai miei amici (tutti Mac muniti) che inneggiano ai software open source.

Ha proprio ragione un altro profeta della rete Chris Anderson quando ha affermato: The web is dead, long live the internet.

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