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Il mondo che cambia, le città, Bubba e Junior

Ho voluto “prendere in prestito” dagli amici di Gartner alcune previsioni sulle tendenze in atto nei mercati dell’I.T..

In particolare ho cercato una risposta ad alcuni interrogativi:

il mondo (consumer e enterprise) è pronto a vivere in mobilità?

quali contenuti e attraverso quali piattaforme siamo disponibili a condividere?

quali saranno le piattaforme maggiormente usate (sviluppate) nei prossimi anni?

chi pensa di investire in tecnologie I.T. (smart communities) dove dovrebbe indirizzare i propri sforzi?

Chi avrà la pazienza di leggere le previsioni di Gartner avrà delle risposte inequivocabili (almeno fino al 2015).

Il mondo si collega ad Internet attraverso device mobili; 5,6 miliardi entro il 2015. Progressivamente la postazione P.C. a casa o al lavoro andrà diminuendo nel numero e nell’importanza. Già oggi l’uso del mobile ha superato l’uso del P.C..

Un’intera generazione di imprese sta inaugurando il BYOD (bring own your device), la possibilità cioè che lo stesso device sia usato nella vita privata e al lavoro. Un unico device sempre.

Un unico device e il resto è cloud computing.

D’altronde i prezzi dei tablet stanno diminuendo (tablet a 35$ ci annunciano dall’India). Perché dovrei spendere altri soldi per lettori di “smart card”?

Benvenuti nell’era del post P.C. ci dice Gartner.

Ciò perché tempo e spazio nella smart city del 2015 (quella dell’EXPO per capirci) avranno meno significato. Ma, è domani mattina. Certo!!!

Quando volete pensarci il 31 dicembre del 2014?

Il mondo è social. 1 miliardo di persone stanno su Facebook, altri miliardi stanno su altri social, usufruiscono di piattaforme wiki, usano il crowdsorcing come strumento di condivisione e di produzione del valore.

Il mondo sta già oggi su Internet in mobilità il resto è il passato.

Guardatevi attorno quando salite su un mezzo pubblico e guardate cosa fa la gente oltre a leggere il quotidiano.

More touch, More Places, More Actions ci dice ancora Gartner.

Quanto alle piattaforme (almeno per il mobile) Android, IOS e con margini minori Microsoft.

Il resto rimane pura testimonianza. Chi produce applicativi solo per Microsoft parlerà (almeno per il mobile) ad una minoranza.

Quando parlo di città intelligenti penso alle persone e alle “Governance” cittadine in grado di gestire questa immensa ondata di innovazioni.

Mi riservo tra qualche giornata ovvie considerazioni sul Decreto Agenda Digitale che “parla al passato”.

Ma, anche le nostre città dovrebbero essere in grado di leggere il potenziale di innovazione dei tempi della città, delle modalità di trasporto, dell’uso dei dati.

Poi, ci sono quelli che negano la verità e si trastullano con il passato.

Ciò è sempre avvenuto nella storia dell’uomo.

Una straordinaria figura di innovatore Guy Kawasaky (non è l’inventore delle motociclette, ma un evangelista di Steve Jobs) afferma nel suo “The Art of Innovation”. “Pochissime aziende sono in grado di cambiare corsia, la chiave per l’innovazione è impostare la giusta prospettiva, per vera innovazione non si intende fare qualcosa che sia migliore del dieci per cento, si tratta di fare qualcosa di dieci volte meglio, passando alla curva successiva, non di spostare la curva.”.

Purtroppo troppe aziende pubbliche (i loro capi Centro in primis) si comportano come Bubba e Junior (due personaggi di Kawasaky) i quali, di fronte all’avvento della ghiacciaia e poi del frigorifero si dotarono di seghe per il ghiaccio più affilate e potenti.

Sono come quelli che di fronte alla realtà del mobile e del cloud computing potenziano le carte con i microchip.

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