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Il futuro e altri “disastri”

Ho avuto la fortuna di partecipare al Gartner Italian Event 2012.

Il titolo dell’evento è già molto stimolante: “I fattori determinanti che cambieranno l’IT nell’era futura”.

Ho apprezzato moltissimo le modalità e il tono con il quale i ricercatori di Gartner hanno posto ad una platea affollatissima di dirigenti e CIO di imprese pubbliche e private i seguenti interrogativi: siete pronti a cambiare? quanto state investendo nel cambiamento? siete consapevoli dei fattori di cambiamento? siete consapevoli della velocità con cui oggi si genera l’innovazione?

Il cloud computing, i social media, i tablet, l’uso strategico dei dati sono le quattro innovazioni che stanno cambiando il mondo.

Questi quattro fattori cambieranno l’IT e il modo con cui l’impresa (non importa se pubblica e privata – smettiamola di fare idiote distinzioni) si organizzerà, affronterà la concorrenza e i mercati, gestirà le proprie risorse interne.

Ovviamente, dico io, l’impatto e i tempi di reazione in Italia saranno lunghi e faticosi. Probabilmente saremo out rispetto ai competitors.

Alcune slide hanno illustrato efficacemente il gap (investimenti in ricerca e innovazione, atteggiamento culturale) tra Italia ed Europa.

Ciò riguarda il privato, ma soprattutto il pubblico, Pubblica Amministrazione compresa.

Vi prego di leggere un interessante articolo “Open data? la PA non è pronta” pubblicato dal Corriere delle Comunicazioni.

Lo condivido in larga parte, fa il quadro della situazione “difficile” in cui si trova il nostro Paese di fronte alla rivoluzione IT.

Guardo il dibattito, d’altri tempi sull’art. 18, e capisco che la situazione è davvero disperata.