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Scuola, libri, iPad. La digitalizzazione dell’esistente.

Un articolo apparso oggi sul Corriere della Sera dal titolo “A scuola è meglio il libro o l’iPad?” ripropone un eterno dibattito.

L’irrompere degli smart phone, delle lavagne intelligenti, cambia il modo di apprendere?

E, ancora, il social networking, il computer ci rendono asociali, ci impediscono di leggere i libri cartacei.

Molti di voi mi diranno: “ancora Michele!!! dibattito trito e ritrito.”. Forse avete ragione, ma la discussione non può che continuare ed essere portata su giusti binari.

La tesi che sostengo da tempo è l’avvento dell’era d internet cambierà le modalità di apprendere e di insegnare. L’idea dell’insegnante e del discepolo, sempre di più apparterrà al passato. IPad e lavagne intelligenti sono in fin dei conti solo degli strumenti. Non ci si può limitare così a digitalizzare l’esistente.

Scrivo nel mio libro “Smart Cities-Gestire la complessità urbana nell’era di Internet“:

“La “Smart School” è intesa come un network di scuole “decontestualizzate”, esteso su un vasto territorio geografico.

Non intendiamo, ovviamente, un network di edifici scolastici concepiti come “luoghi”. Internet fa si che non ci siano più confini geografici da rispettare. Vogliamo costruire invece comunità di insegnamento e di studio che condividono, tramite il web, la produzione della conoscenza, le metodologie di studio ecc..

Ciò dovrà avvenire in tempo reale attraverso device mobili e piattaforme di condivisione.

Pensate agli studenti e agli insegnati di Milano affaccendati in una attività di  brain storming con i loro colleghi di Catanzaro. Gli strumenti potranno essere piattaforme di telepresence, post it virtuali, blog, wiki. Tutto sarà on line per poter condividere gli appunti, le esercitazioni scolastiche, le emozioni e così via.

Una ”Community intelligente” si realizza quando si consoliderà nel tempo una interazione organica tra la scuola e la città. In questa nuova forma di interazione comprenderemo anche i rapporti tra la scuola e il mondo del lavoro.

Come si capisce quello che abbiamo prefigurato sarà un percorso molto complesso da realizzare perché si propone di mettere insieme “ciò che oggi è stato separato dai vincoli del mondo materiale” ma, soprattutto da evidenti vincoli culturali che andranno superati.

Dotare ogni classe di una semplice lavagna digitale e consegnare un tablet agli insegnanti non è realizzare una scuola “smart”. Sono, quelli descritti, interventi importanti, ma non potranno sfruttare tutte le potenzialità che il web ci mette a disposizione.”

C’é bisogno di un salto di paradigma. Non possiamo più accontentarci della realtà che vediamo.

Mi sa che il brainstorming tra “insegnanti evoluti” che da tempo vorrei organizzare dovrà essere accelerato nella sua realizzazione. Chi di voi ha voglia di aiutarmi???

2 risposte su “Scuola, libri, iPad. La digitalizzazione dell’esistente.”

In molti paesi evoluti, gia’ questo si fa(svezia, australia) ,inizialmente qnasce da pure neccesita’ logistica, ma oggi diventa essenziale per condividere davvero contenuti aggiornati e moderni..
Forse questo aiutera’ anche a dimunire l’ effetto serra di banchi e cattedre scaldati inutimente, ma speriamo di aumentre l’ efficenza dell’ insegnamento/apprendimento..certo non auspichiamo l’ abolizione della aggregazine scolastica , ma la estendiamo in modo “social” e di competenze e conoscenze condivise e condivisibili

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