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Dati e open data

Open Data e le infinite occasioni perdute

Nei giorni scorsi McKinsey ha pubblicato lo studio “Open Data: unlocking innovation and performance with liquid information”.

Secondo McKinsey la “liberazione” dei dati potrebbe generare una creazione di ricchezza pari ad una cifra che oscilla tra i 3 e i 5 miliardi di dollari.

I settori interessati sono:

la scuola e l’istruzione (Education); i trasporti; prodotti di consumo (commercio); elettricità; energia (oil and gas); salute; beni e prodotti finanziari.

La tabella riporta, settore dopo settore, il valore attribuito.

Non sfuggirà a nessuno come una parte rilevante dei settori interessati, almeno in Italia, riguardi il mondo della Pubblica Amministrazione.

Solo per fare un esempio la scuola e la salute potrebbero generare, da una politica strutturata e non casuale di liberazione dei dati, risorse assolutamente rilevanti.

Il mondo delle public utilities potrebbe trarne infiniti giovamenti.

Tali risorse potrebbero essere rinvestite in innovazione e miglioramento dei servizi.

Naturalmente in Italia la liberazione dei dati si è ridotta in larga parte ad essere “voyeurismo” degli stipendi dei Sindaci, dei Dirigenti pubblici, dei curriculum dei consulenti.

Si costruiscono pagine su Facebook per allertare persone a leggere questi dati “perché da soli non ce la facciamo”. “Sbatti il mostro in prima pagina”.

È la sagra dell’inutile. Quante energie sprecate.

Ribadisco i dati che ci interessano in formato aperto sono quelli che generano trasparenza, e questo non è in discussione ma, soprattutto, quelli che generano valore economico e sociale.

Se ci fossero ancora dubbi lo studio di McKinsey aiuterà a risolverli definitivamente.

Michele Vianello

5 risposte su “Open Data e le infinite occasioni perdute”

[…] “Open Data: unlocking innovation and performance with liquid information” è lo studio recentemente pubblicato da McKinsey secondo il quale la “liberazione” dei dati potrebbe generare una creazione di ricchezza pari ad una cifra che oscilla tra i 3 e i 5 miliardi di dollari. https://www.michelevianello.net/archives/3944 […]

[…] Perché, nonostante le tante promesse, non si comincia a creare un ecosistema favorevole all’innovazione? Vorremmo sapere cosa pensa l’amministrazione comunale di Parma sulla diffusione della banda ultra larga. Perché non promuove un catasto del sottosuolo per verificare l’esistenza della fibra ottica confrontandosi con gli operatori privati? Cosa sta facendo per aumentare la copertura dell’wi-fi pubblico? Come ci suggerisce l’Unione Europea perché non promuovere la programmazione? Perché il Comune non ha ancora un portale dedicato al rilascio dei dati pubblici (open data) e alle politiche volte al riutilizzo degli stessi affinché si generi valore economico e sociale. […]

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