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Lettera aperta: “No, caro Riccardo Luna, non sono d’accordo. L’innovazione non è una questione di pricio”

Leggo l’editoriale di Riccardo Luna su WIRED di Agosto.

Apprendo dell’esistenza di un fondo di 10 m/euro destinato all’innovazione (Regione Puglia).

Leggo i criteri per l’attribuzione dei fondi:

“Diamoli direttamente ai giovani”

“Due persone, età fra i 18 e i 32 anni”

“Un progetto”

“Un anno di tempo per realizzarlo”

“Nessun business plan”

“25.000 euro a idea”.

Caro Riccardo (da tuo affezionato lettore mi permetto di darti del tu), a casa mia tutto ciò si chiama assistenzialismo meglio, “buttare via i soldi” e le “buone idee”.

Dirigo un Parco Scientifico, magari avessi 10 m/euro per incubare imprese innovative e aiutare un pò di giovani a diventare degli imprenditori.

Nel prossimo autunno lanceremo un incubatore di imprese.

Criteri di accesso:

“Un business plan redatto dal proponente”

“Avere un’ottima idea (intuizione) non basta; l’idea deve avere un mercato”

“La giovane età non basta, non è un criterio”

“Ti formo affinché tu divenga un imprenditore e ti do 3 anni di tempo (1 anno, bah!!!)”

“Ti seguo quotidianamente nella tua attività”

“Nessuno dei miei servizi è gratuito, d’altronde chi fa l’imprenditore sa che nulla è regalato”

“I finanziamenti sono commisurati al tuo business plan, nulla è a fondo perduto”

No, caro Riccardo, “L’innovazione non è una questione di pricio”, è anche una questione “di pricio”.

Altrimenti illudiamo i giovani (soprattutto al sud, dove l’assistenzialismo è una cultura dura a morire) che una buona idea, 25.000 euro, e tanto entusiasmo siano le condizioni per formare un imprenditore.

Vi prego, date al VEGA (Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia) 1 m/euro all’anno per i prossimi cinque anni e di imprese ne incubiamo più di una.

p.s. leggete, sempre su WIRED di agosto la lettera del lettore che si firma “Il tagliaerbe blog” per capire come sia realmente il triste mondo reale in Italia.

5 risposte su “Lettera aperta: “No, caro Riccardo Luna, non sono d’accordo. L’innovazione non è una questione di pricio””

ciao michele,
(anch’io mi permetto di darti del tu perchè, facendo parte in qualche modo del “popolo della rete”, ti conosco di fama).

beh, se non ne sapessi niente e se non fossi direttamente chiamato in causa dall’editoriale di riccardo (e dalla tua lettera aperta) direi che sono d’accordo con te.

Però credo che in questo passaggio di informazioni si sia perso qualche pezzo. Provo a recuperare.

1. principi attivi e bollenti spiriti non si occupano di innovazione ma sono iniziative di politiche giovanili. l’obiettivo non è creare nuove imprese ma far partecipare i giovani alla vita attiva.

2. le risorse in questione non sono un fondo per l’innovazione. sono risorse del Fondo Nazionale Politiche Giovanili che sono state erogate dallo stato centrale a tutte le regioni italiane e (per la prima volta nel nostro paese) dedicate esclusivamente a interventi per le nuove generazioni. Noi abbiamo deciso di utilizzarle in questo modo fortemente disintermediato mentre di solito vengono destinate per lo più a “mediatori” cioè attraverso una filiera di enti e servizi che erogano per lo più servizi (informativi, formativi, consulenziali etc.). E’ un metodo consolidato che ha dimostrato molti limiti nel sud Italia.

3. sempre considerando il contesto pugliese e sempre tenendo fermo l’obiettivo – la partecipazione dei giovani alla vita attiva, che è un tema considerato prioritario a livello europeo – abbiamo pensato ad uno strumento estremamente semplice che fungesse da “porta d’accesso” per chi, ai normali strumenti per la creazione d’impresa o ancor più per l’innovazione, probabilmente non si sarebbe mai rivolto. A questo tipo di conclusioni siamo arrivati dopo due lunghi anni di ricerca sul campo (commissionata all”università di bari) sulle condizioni e le risorse per l’attivazione giovanile. Il report è scaricabile dal sito di bollenti spiriti e crediamo racconti bene le difficoltà di qualcunque nuovo arrivato che voglia entrare a far parte a qualunque titolo della parte attiva della società.

4. a fronte di una situazione, non solo economica ma soprattutto culturale tanto difficile, stiamo svolgendo una sperimentazione che prova ad applicare alcune idee guida e alcune pratiche mutuate dalla cultura della rete, dalla filosofia del 2.0 e dalla c.d. wikinomics come leva per la trasformazione della nostra comunità.

4 Questo singnifica che bollenti spiriti, il programma della regione per le politiche giovanili, non sostituisce in alcun modo le politiche per l’innovazione o per l’imprenditorialità o per la ricerca o gli incubatori o i servizi pubblici e privati, gratuiti o a pagamento (che naturalmente esistono anche qui in Puglia e fanno un duro e serio lavoro). Semplicemente è un dispositivo che tende ad innalzare la qualità della domanda che solitamente si rivolge a questi servizi. Perchè altrimenti, nella difficile condizione che abbiamo trovato quando abbiamo iniziato il nostro lavoro di giovani funzionari della pubblica amministrazione, è apparso chiaro il rischio di una sostanziale esclusione di un’intera generazione lasciata fuori dalla porta. Oltre che di fuga dei migliori cervelli verso contesti più vivibili. E questo, oltre ad un problema di giustizia sociale, costituisce una sorta di suicidio economico.

5. La speranza e la scommessa, che come ho avuto modo di dire proprio nel mio intervento all’università di bari è tutt’altro che vinta ma appena cominciata, è che da un lato una (piccola) parte delle persone coinvolte in questo processo possano affacciarsi agli strumenti dedicati all’innovazione che – sono competamente d’accordo con te – devono avere le caratteristiche che tu descrivi. Dall’altro lavoro vogliamo creare le condizioni, anzitutto culturali e di fiducia verso se stessi e verso le istituzioni pubbliche, perchè una nuova generazione possa prendere le mosse da una prima esperienza sul campo e possa (finalmente) accedere ad altre traiettorie, di lavoro, di impresa, di associazionismo, di partecipazione e di cittadinanza. In una parola: di sviluppo del nostro territorio.

Anche questo, come l’innovazione, è (anche ma non solo) questione di priscio 🙂

Un saluto e, se vuoi, avrei davvero piacere di parlarne.

annibale

Grazie davvero.
Ovviamente le mie osservazioni non erano rivolte a “bollenti spiriti”. Per quello che ne so, ne avessimo di iniziative così.
Il mio disaccordo (per quello che dice l’editoriale) è con l’idea un pò semplicistica di Riccardo Luna.
Poiché quotidianamente faccio i conti con l’inefficienza (eufemismo) e la sottovalutazione di chi dovrebbe aiutarci a fare innovazione, ad aiutare decine di giovani a crescere, capisci che su queste cose sono molto attento.
Naturalmente mi farebbe piacere non solo parlarne ma anche, se volete, mettere a disposizione un pò di energie.
Grazie. A presto.
Michele
p.s. nella guerra tra i romani e Annibale, ho sempre tifato Annibale. Chissà perché!!!

Grazie a te!

Capisco benissimo l’attenzione verso certi temi. E tutte le occasioni di confronto, anche aspro, per noi sono preziosissime.
Ma credimi, come cittadini del sud e come portatori di una responsabilità pubblica, nessuno ha più a cuore di noi il tema della “buona politica”. Per questo cerchiamo di andare oltre la mera constatazione di alcuni tristi dati di fatto sul nostro paese. Come dire: siamo stati (nel mio caso 🙂 o siamo ancora giovani italiani alle prese con lo scenario che descrive bene il tagliaerbe. Sempre con una valigia in mano. Sempre a chiederci se valga ancora la pena provarci. Il punto è che, una volta vinto un bando che ci ha portati per ventura “dall’altra parte della scrivania”, ci siamo accorti che questa desolante sfiducia è certamente un effetto ma anche una potente causa del pantano in cui siamo. Un incastro diabolico nel quale siamo tutti un po’ vittime e un po’ carnefici.

In questo contesto nasce l’idea di usare la rete, la straordinaria lezione del 2.0, come strumento concettuale (molto più che tecnologico) per riprendere le conversazioni, ricostruire la fiducia, generare nuovi significati. All’atto pratico, cerchiamo di trasformare l’istituzione in una piattaforma dove interconnettere una minoranza attiva di giovani destinati all’invisibilità o all’espatrio per farne il motore di una trasformazione. Prima di tutto culturale. A questo stiamo cercando di applicare le opportunità della collaborazione di massa.

Perchè qui al sud, se non puntiamo all’innovazione sociale, prima che (o insieme) all’innovazione tecnologica, le potenzialità della rete faranno solo aumentare, anzichè diminuire, le distanze tra certi pantani e la terra ferma.

Credo sia questo che ha colpito riccardo e che ha voluto sottolineare. E l’antilogin del tagliaerbe non è una realtà da nascondere sotto il tappeto ma il motivo preciso per cui realizziamo iniziative tanto diverse dal solito. Mentre, almeno qui da noi, percorsi decisamente più lineari hanno generato enormi delusioni.

Solo su una cosa nn sono d’accordo: ci sono tanti validi motivi per scappare. Ma chi vuole provare a “salvare il mondo” (perchè in questo trova la sua inspiegabile soddisfazione) qui ha un enorme campo, incolto, dove cominciare a seminare.

un saluto e a presto

PS
a proposito. a settembre presentiamo bollenti spiriti al convegno annuale della società italiana di scienza della politica. potrebbe essere una bella occasione per conoscersi. la mia mail è annibale.delia@regione.puglia.it

Caro Annibale, non scappare, non ne vale la pena. Andate avanti, anche con realismo.
Se mi comunichi in tempo le date, vengo volentieri alla vostra presentazione di settembre.
A presto, in bocca al lupo. Ciao Michele

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