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Ecco l’innovazione vera, “che fa male”. La vision di Google

Vi segnalo l’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Eric Schmidt.

Bella, dura, realista al punto giusto. Ce n’é per tutti.

Partendo dall’affermazione “la tecnologia è l’unico, vero agente di cambiamento”, Schmidt racconta come la globalizzazione sia un processo dal quale non ci si può sottrarre.

Ovviamente è un processo che va gestito, vissuto da protagonisti. Negarlo, come fa nei fatti una parte del mondo politico (sindacale, non ne parliamo) ed economico italiano ci porterà al suicidio.

Schmidt, nel suo lucido cinismo afferma: “Le imprese d’Europa, un continente più legato a vecchi modelli di management, tendono a scegliere il modello top down…”.

La conseguenza di queste scelte conservatrici è che nelle aziende si “uccide la creatività” delle persone.

Assolutamente condivisibile è il giudizio sulla politica italiana (ma anche europea). “Si fanno soprattutto scelte tattiche, anche se importanti…Le difficoltà dell’Europa vengono anche dalle difficoltà di adattarsi alla nuova realtà”.

Leggete “l’intervista”, ne vale la pena.

Personalmente, la lezione che ne ho tratto è che l’innovazione non è solo la rivoluzione ICT (come spesso si tende a pensare). L’innovazione ICT genera innovazioni sociali profonde, estremamente pervasive.

La globalizzazione economica e sociale accelera e moltiplica questi processi.

L’innovazione non è solo “bello” e “positivo”. L’innovazione è cambiamento radicale (disruptive) che lascia sul campo anche “i morti” e “i feriti”.

Ecco perché le vecchie reti di protezione che il mondo sindacale e della sinistra antica si affannano a difendere, non funzionano più. La struttura tradizionale del welfare, oltre che essere eccessivamente costosa è inefficace di fronte agli scenari prospettati da Schmidt.

Insisto, assieme all’innovazione economica e tecnologica, bisogna pensare anche all’innovazione sociale esse, assieme, costituiscono un unicum.

Altrimenti, ingenuamente, si cade inevitabilmente in una sorta di “determinismo tecnologico”.

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