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Appelli disperati….all’uso dell’intelligenza

Lo so, i miei sono i soliti appelli disperati.

Ma, ci provo lo stesso.

Parlo, soprattutto in questi giorni di bandi MIUR, con molti “vendors” di prodotti. I.C.T..

Molti di loro, conoscendo il mio passato di pubblico amministratore, mi chiedono consigli sull’approccio più corretto da adottare nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni per convincerle ad innovare, e a comprare i loro prodotti.

E io, a ripetere, che, di questi tempi, i pubblici amministratori (ma anche i loro dirigenti) sono bombardati da un eccesso di offerta di prodotti targati “smart qualche cosa”.

Avete presente le pillole per diventare più intelligenti;?avete presente il palo per realizzare la città ecosostenibile? ecco…quelli.

Il mercato dell’innovazione, scusate la terminologia non ortodossa, è invaso da simulacri, non da prodotti. I termine “smart” è sufficientemente associato al “vuoto pneumatico” di cultura.

Ripeto in questa sede, pubblicamente, quanto suggerisco a tutti.

Mettetevi assieme -da soli non siete credibili- e dedicate un pò di tempo e di risorse (investimento) a formare una classe di amministratori (e di pubblici dirigenti) all’innovazione. Pensate “a lungo”, pensate ad una nuova generazione di prodotti, abbandonate l’idea che l’innovazione sia la “digitalizzazione dell’esistente”. Solo a quel punto, farete davvero i vendors.

Ho i miei dubbi che tutti mi ascoltino, tuttavia, ci credo e continuo ad insistere.

 

1 risposta su “Appelli disperati….all’uso dell’intelligenza”

Condivido al 1000%, e aggiungo un aspetto al discorso: Spesso il vendor stesso non ha modo di dare una vera risposta smart, perchè il vendor ha un obiettivo di bilancio a breve termine, che spesso implica dover mettere della circuiteria da qualche parte. La vera rivoluzione smart sarebbe sfruttare o “mettere a fattor comune” l’esistente per ottimizzare gli investimenti che in modo iper-mirato rendano “smart” i processi e i servizi, tenendo sempre in mente che la città non è un paziente in fin di vita, ma un organismo creato dalla simbiosi di cittadini/utenti-dei-servizi.

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