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L’innovazione e le nanotecnologie

Un bellissimo articolo di Fabio Beltram “Un nano (tech) solleverà il mondo” (Il Sole 24 ore 14 maggio 2010) sottolinea come la ricerca e lo sviluppo nelle nanotecnologie sia una delle condizioni per garantire la crescita nel nostro Paese e favorire l’uscita dalla crisi.

Scrive Fabio Beltram “…la base di partenza del nostro paese è solida e di alto livello, con università ed enti di ricerca pronti a contribuire e a garantire la presenza del paese nel gruppo di testa di questa competizione. Per lo sfruttamento di queste conoscenze, però intravediamo lo spettro del ritardo nel trasferimento tecnologico, che tante volte ha afflitto il nostro tessuto economico”.

Il VEGA ospita uno dei più importanti laboratori di nanotecnologie in Europa: NANOFAB. Sono particolarmente orgoglioso che il VEGA possa rappresentare, grazie a NANOFAB uno dei punti di eccellenza e di innovazione del nostro Paese. Tuttavia il problema è proprio quello lamentato da Fabio Beltram, la grande difficoltà ad attuare il trasferimento dei risultati della ricerca alle imprese, condizione per innovare l’economia e generare ricchezza.

Ciò è anche dovuto (oltre al nanismo delle imprese italiane) allo scarso investimento pubblico nella ricerca.

Mi viene allora da pensare ad un’altra notizia: “Il CIPE scongela 17 miliardi” con la quale si annuncia la ripresa dell’intervento finanziario dello Stato per avviare (o completare) opere pubbliche.

Per carità va tutto bene, ma è la vecchia idea (molto old economy) che la ripresa si basa sull’avvio delle opere pubbliche.

La notizia sarebbe invece un’altra: “17 miliardi di euro per la ricerca nelle nanotecnologie e per aiutare le imprese nell’innovazione di processo e di prodotto”.

Ciò costituirebbe davvero un grande cambio di passo per l’Italia.

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