Categorie
Senza categoria

La rivoluzione: the nexus of forces #smartcities

Vorrei dedicare questo post al “Nexus of forces”, cioè al combinarsi tra di loro dei fattori innovativi dell’ICT.

Nessuna delle innovazioni ICT andrà valutata singolarmente.

Proponiamo, nell’approccio Smart Cities (ma non solo), di valutare il combinarsi dei diversi filoni di innovazione.

I filoni di innovazione che stanno, ormai da tempo, irrompendo nella vita delle aree urbane sono:

  • il cloud computing;
  • il moltiplicarsi dell’uso e della diffusione dei device mobili;
  • l’affermarsi del social networking come strumento di comunicazione;
  • the Internet of Things.

Quando parlo di aree urbane intendo tutte le attività, pubbliche e private che compongono la vita di una città.

Cloud computing, social network, connessione in mobilità, IOT sono infatti pervasive di ogni ambito della nostra vita. Ovviamente impattano in modo diverso, ma possono costituire il fondamento per l’affermarsi di processi smart o, viceversa, la base per l’emergere di nuove forme di alienazione.

Il combinarsi fra di loro ne accentua la forza “disruptive”.

Per le governance cittadine e per i city user si pone dunque un duplice problema: il governare l’impatto dell’innovazione, il governare la combinazione dei fattori innovativi.

Per esemplificare: il social networking non si sarebbe potuto affermare in modo così diffuso se la moltiplicazione esponenziale dei device mobili (e delle app) non avesse consentito la connessione a Internet in mobilità.

Nel 2015 ci saranno nel mondo 3,5 miliardi di device mobili e 500 milioni di tablet. Nei prossimi anni di affermeranno inoltre device (ad es. gli occhiali) che consentiranno di interagire con la realtà aumentata.

Si verrà così a costituire un “vortice” dove si combineranno sensori sui device, dialoghi tra oggetti, piattaforme social che ci consentiranno di dialogare (commentare) tra di noi e di essere veicolo di interazione con gli oggetti.

Cambierà la vita delle città. Ovviamente.

Ogni ambito della vita cittadina è già oggi interessato a questo processo. Il problema è che non si è affermata una consapevolezza diffusa dell’effetto del cambiamento.

Naturalmente le piattaforme di cloud computing (che non è repository di dati) consentiranno forme inedite di mashup che potranno generare ricchezza economica e sociale e una migliore forma di interazione tra le governance e le persone.

Cominciamo quindi a pensare alla Smart Cities seguendo questa dimensione.

Mi si dirà fantascienza: peccato che questo futuro (il 2015) già oggi viva tra di noi.

Altri post sull’argomento:

Governare o pianificare una città smart? Per uno “smart umanesimo”.

Sognare per governare. Un approccio visionario alla Smart Cities.

Uomini o macchine: una generazione di cyborg #consapevoli.

VI RICORDO INOLTRE IL MIO LIBRO: “SMART CITIES – GESTIRE LA COMPLESSITÀ URBANA NELL’ERA DI INTERNET”

Lascia un commento