Categorie
Senza categoria

Il WEB e i media tradizionali-Ovvero, le conseguenze delle attività del Sig. Wikileaks

Nel suo splendido libro “Elogio del disordine”, David Weinberger afferma che nel mondo che ci sta alle spalle, il potere delle redazioni dei giornali cartacei era quello di decidere l’importanza di una notizia.

Era quel gruppo di giornalisti che decideva cosa succedeva nel mondo. Cosa potevamo sapere e cosa no.

Questa è stata per molto tempo “l’obiettività” della stampa.

Farsi pubblicare in prima pagina (o all’apertura di un telegiornale) è stato l’obiettivo degli uomini politici, delle imprese, di chi voleva che la sua verità venisse conosciuta.

Il WEB ha cambiato le regole del gioco. Nulla ci impedisce di pubblicare le nostre verità sui social media. E, sempre più spesso, queste verità diventano “LA VERITA’”.

In queste ore le diplomazie mondiali (nel suo piccolo, il Presidente Berlusconi) sono state terremotate dalle rivelazioni apparse su Wikileaks.

Non siamo più in presenza della diffusione di un singolo fatto -per quanto grave esso possa apparire-, in modo virale la corrispondenza della cancelleria di una grande potenza mondiale è stata messa in piazza. In una piazza virtuale.

Fatto inconcepibile in altri tempi. Le famose redazioni avrebbero preventivamente filtrato, si sarebbe cercato lo scoop centellinando le righe, rivelazione, dopo rivelazione.

E poi, il calcolo delle copie stampate, dello share televisivo ecc.

E’ giusto o no, ciò che ha fatto Wikileaks? Sinceramente non lo so. Ci sono alcuni aspetti della vicenda che mi inquietano.

Ciò di cui sono assolutamente certo è che un’epoca dell’informazione è definitivamente finita. Non c’é più solo Bruno Vespa, o Emilio Fede, le notizie grazie alla rete hanno un’altra gerarchia, sono più pervasive, la gerarchia di quello che dobbiamo sapere non la decidono più solo alcune persone. Questo è positivo.

Oggi le prime pagine dei giornali parlavano solo di quello che gli ha imposto il WEB. Domani sarà probabilmente la stessa cosa. Sta proprio cambiando il mondo.

Lascia un commento