Categorie
Senza categoria

Caro Enrico Letta fai dimettere la Carrozza. Incompetenza e presunzione impediscono l’affermarsi della #agendadigitale

Trasecolo: si blocca qual poco di agenda digitale che si pensava di introdurre nella scuola italiana.

Ma come si fa ad affermare “«L’accelerazione sui libri digitali non poggiava su alcuna seria e documentata validazione di carattere pedagogico e culturale, così come non sono state valutate le possibili ricadute sulla salute di bambini e adolescenti esposti a un uso massiccio di apparecchiature tecnologiche».

Presunzione e incompetenza. Questi sono i baroni universitari che impediscono alle Università italiane di innovare.

E mentre nel mondo si investe sul web, in Italia si blocca quel poco di innovazione digitale che si stava attuando. Già così era “digitalizzazione dell’esistente”, ma almeno era qualche cosa.

Caro Letta qui si gioca il futuro del Paese.

Fai dimettere un tuo Ministro per problemi di merito. Cominciamo a diventare un Paese normale.

O pensi anche tu che Internet e web siano “una delle tante cose?”.

Naturalmente non stupitevi se uno come me che ha un figlio di 5 anni stia pensando seriamente si andarsene da questo Paese retrogado.

 

6 risposte su “Caro Enrico Letta fai dimettere la Carrozza. Incompetenza e presunzione impediscono l’affermarsi della #agendadigitale”

Caro Michele ormai la mediocrità e l’arroganza stanno sempre di più occupando le istituzioni…..che tristezza!
Che fare? Incazzarsi non basta più, essere propositivi nemmeno….tanto sono incapaci di recepire ogni stimolo.

La questione è assai più complessa di quanto si fa apparire. Per certi aspetti il ministro ha ragione a bloccare/ritardare il passaggio ai libri digitali (anche se lo fa con argomentazioni ridicole): che ce ne facciamo di libri digitali se non abbiamo i supporti per usarli? Più onesto sarebbe stata la sue decisione se avesse detto questo: non abbiamo i soldi per digitalizzare tutte le scuole e tutti gli studenti italiani. Almeno avrebbe posto il vero problema

Qualche anno fa venne istituito in ambito universitario un programma di incentivazione per l’acquisto di laptop rivolto agli studenti e contemporaneamente agli atenei si dava la possibilità di creare una copertura wireless indoor: http://www.uncappuccinoperunpc.it/studenti/partecipare.html
Voi pensate che una società come Samsung non sarebbe pronta a mettere a disposizione la propria tecnologia con un piano di incentivi per coloro che sono interessati ad adottarla?

Più recentemente si è andato sviluppando il concetto del BYOD (Bring Your Own Device) con l’obiettivo di facilitare il lavoro dei CIO e permettere l’utilizzo di propri strumenti mobile all’interno delle reti private aziendali o degli enti pubblici. Questo perché? Perché si è scoperto che l’utente molto spesso è più “tecnologico” del proprio datore di lavoro o di studio.
Quanto si è diffuso, secondo voi, questo concetto “innovativo”?

Il problema che pone Michele è corretto: fino a quando gli amministratori non capiranno che la rete è la piattaforma e su questa deve girare tutto, rimarremo il paese (con “p” minuscola) che siamo, con persone che avrebbero la possibilità di migliorare la propria produttività, condividere le proprie idee e velocizzare i processi decisionali, ma non hanno le autostrade digitali su cui far viaggiare le informazioni, perché la Smart and Connected Community, come ci piace definirla, vede le informazioni al servizio del cittadino e delle imprese e non viceversa.

Bravo Michele.

quando leggo questo tipo di notizie, e purtroppo sono tante, perdo qualsiasi speranza di vedere un futuro migliore in Italia.. Destinata ad un inesorabile ed ormai inevitabile declino. Pensando a questo grande stagno viene voglia pure a me di scappare, magari non sarò uno dei cervelli in fuga di cui si leggono numerosi articoli, ma almeno potrò offrire maggiori opportunità ai miei figli….

Non ho letto l’intervento del Ministro Carrozza in cui dichiara quanto riportato dal dott. Vianello, e quindi bisognerebbe vedere il contesto in cui è stato affermato quanto riportato. Tuttavia, il Ministro pone in termini non appropriati un problema che esiste ed è concreto e rilevato ormai da molti pedagogisti: l’approccio alla rete deforma in modo stabile l’approccio allo studio dei più giovani, scarsamente dotati di senso critico. L’accesso illimitato, e anche quello limitato, alla rete per la ricerca di informazioni senza la preventiva acquisizione di strumenti critici di confronto e paradigmatici, può rappresentare un limite alla maturazione dei giovani, un vero e proprio blocco ipnotico. Ma non è questo l’argomento dell’intervento. Mi scuso per l’intromissione. Amedeo Levorato

Lascia un commento