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Digital Transformation

Alfabetizzazione digitale, professionisti, evangelist. Entusiasmo e realismo.

La difficile strada dell'alfabetizzazione digitale

Più continuo nella mia attività professionale di alfabetizzatore digitale sia nel mondo pubblico, che nelle imprese private, più si consolida in me l’opinione che le metodologie di insegnamento e i contenuti da insegnare siano i fattori decisivi per raggiungere risultati apprezzabili.

A sostegno di questa mia affermazione porto, qui di seguito, un paio di esempi.

Quando condividi (non uso il verso insegnare perché é già una indicazione di “verticalità”) la necessità e le virtù di rendere una Azienda (o un Pubblica Amministrazione) maggiormente aperte grazie all’uso di Internet ti accorgi che il tuo sforzo formativo resterà vano se, parallelamente, e in modo condiviso, non si modificano le strutture e le logiche organizzative.

Voglio dire che l’help desk per il Sindaco, se non si cambia anche la struttura organizzativa dell’Ente, rendendola interoperabile e permeabile, sarà assolutamente inutile.

Questo é il cuore della “narrazione formativa”.

Come capirete bene, quella del formatore digitale, é una attività complessa, fatta assieme di conoscenza dei meccanismi che regolano la vita della Pubblica Amministrazione e di competenze umanistico/informatiche.

L’immagine che segue riporta lo schema e il percorso suggerito da Charlene Li per classificare il processo complesso di apertura delle diverse organizzazioni parallelamente ai processi di alfabetizzazione digitale.

Naturalmente questo schema, con poche differenze, vale sia per il pubblico, che per il privato.

#charleneli

Riflessioni analoghe a quelle che ho fatto più sopra, riferendomi al mondo pubblico, valgono anche per il mondo privato.

Ritengo, anche sulla base di moltissime esperienze personali fatte sul campo, che pensare di “evangelizzare” solo il mondo pubblico sia un errore madornale.

Questa attenzione al Pubblico risponde più alle mode imperanti che alla realtà dei fatti.

L’approccio al mondo privato, soprattutto nella piccola e media impresa, va fatto evitando terroristici riferimento al “change or die” o imponendosi come dei colonizzatori digitali.

L’alfabetizzazione digitale nel mondo dell’impresa va concepita come un supporto al cambiamento della cultura aziendale. A sua volta il cambiamento della cultura aziendale necessita del coinvolgimento di tutta la struttura, e ciò, a partire dal management. Lo schema della Li é assolutamente chiaro in proposito.

Il secondo esempio riguarda il mondo della scuola.

Oggi siamo nel pieno dei trip da coderdojo.

In modo superficiale si propone da parte di soggetti esterni al mondo della scuola il coderdojo (ovviamente attività positiva) concepito a prescindere dal coinvolgimento del mondo degli insegnanti.

Il suggerimento che mi sento di offrire (anche qui basato su episodi concreti) é che il soggetto da formare (alla cultura digitale) affinché i coderdojo divengano parte della cultura scolastica sono prima di tutto gli insegnanti.

Se ignorati gli insegnanti possono diventare gli avversari del processo di digitalizzazione.

Se coinvolti gli insegnanti diventeranno i vostri “evangelisti”.

Alcune considerazioni finali.

  1. L’alfabetizzazione digitale é una attività che va pianificata e organizzata nel tempo. È un processo continuo. Gli eventi “della domenica” non tengono mai in conto che c’é anche il lunedì e la vita di ogni giorno di milioni di persone più o meno analfabete.
  2. L’alfabetizzazione digitale non é un atto impositivo che proviene da alcune élite. L’alfabetizzazione digitale non é fatta di NOI e di VOI.
  3. Proprio perché Internet pervade ogni ambito della nostra vita, per affermare politiche di alfabetizzazione digitale sono necessarie competenze variegate, anche di tipo organizzativo.
  4. L’alfabetizzazione digitale non si afferma grazie alla “mozione degli affetti”. Chi fa l’evangelist digitale, svolge una attività “tosta”, “difficile”, che necessita di entusiasmo, ma anche di infinita professionalità.
  5. Non si fa alfabetizzazione digitale se si pensa che il web é una religione da predicare in modo ideologico. Il web é “solamente” una straordinaria opportunità. Se sprechi questa opportunità, la tua vita, la tua azienda, la tua città ne riporteranno un danno.

Vi lascio con questa mia considerazione:

“Una persona é analfabeta nel momento in cui matura il bisogno di essere alfabetizzata. L’alfabetizzazione digitale non é frutto di autoreferenzialità e di processi elitari e impositivi”.

Considerazioni sull'alfabetizzazione digitale

 

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