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Troppa “innovazione facile” anche negli “statigeneraliinnovazione”!!! Riflessioni irriverenti di un inguaribile realista sostenitore dell’ “Innovazione scomoda”.

Scorro le pagine di Facebook (frutto del lavoro straordinario ed entusiasta di Flavia Marzano in primis-gli altri protagonisti non si arrabbino) “statigeneraliinnovazione.it”.

Nei post si parla di “rivoluzione digitale”, “fibra ottica”, “agenda digitale europea”, “certificati emessi online”.

Poi, altri post (più rari) sulle startup, sulle energie rinnovabili. Un pò troppa salsa Internet e PA.

A pochi giorni (ore) dalla convention di Roma mi viene allora spontanea qualche riflessione, un pò ruvida, che offro alla vostra riflessione (Michele quanto rompi!!!).

Quando diciamo che ci vuole più Internet (fino a proporre un Ministro per Internet), più banda larga, più investimenti in innovazione (cosa vuol dire innovazione??) stiamo predicando “innovazione facile”. Ho fatto solo qualche esempio!!!

Quando diciamo che in Italia non c’é chi eroga “sid capital” e quindi i giovani non possono aprire nuove imprese, stiamo ancora praticando “innovazione facile” (quanto rompi Michele!!!).

Ammettiamo che il “pubblico” decidesse di investire massicciamente in ICT per ammodernare ed innovare le proprie strutture, si leverebbe un applauso globale, universale direi. Bravi, bene, bis!!!

Domanda, perché il “pubblico” dovrebbe investire per ammodernare le proprie strutture???

Per generare più trasparenza, anche!!! Per garantire più democrazia e partecipazione, anche!!! Esempi, risposte scontate ed applaudite “trasversalmente”.

Se io dico che il “pubblico” DEVE investire (massicciamente) in ICT per recuperare produttività, per recuperare risorse finanziarie (anche per generare altra innovazione in modo incrementale), per offrire servizi migliori MENO COSTOSI siamo certi che tutti sarebbero d’accordo.

Conseguenze del mio ragionamento: se l’ICT non deve essere considerato un costo da comprimere (verità sacrosanta), ma un investimento, i criteri tradizionali “pubblico” e “privato” devono essere radicalmente abbandonati.

Non esiste un ICT “pubblico” e un ICT “privato”, che follia. Una innovazione “pubblica” e una “privata”.

A parità di stipendio e di investimenti, la produttività di un pubblico dipendente NON PUO’ essere considerata diversamente da uno qualsiasi dei miei collaboratori.

Dobbiamo essere consapevoli che investire in ICT nella P.A., oltre alle cose belle che diciamo nei convegni (“innovazione facile”), o genera processi di “distruzione creativa” (anche di stipendi e di posti di lavoro pubblici), o non serve a nulla.

Quella su cui vi propongo di riflettere si chiama ”INNOVAZIONE SCOMODA”.

Così come “INNOVAZIONE SCOMODA” è spiegare sinceramente ai giovani (soprattutto al Sud) che creare una startup, o una nuova azienda è una ATTIVITA’ IMPRENDITORIALE che si basa, per partire, su un business plan, non su illimitati fondi pubblici che sostengono una “buona idea giovane”. Abbiamo bisogno di imprese innovative che generino reddito confrontandosi con il mercato, non di imprese assistite.

La mitica e tanto decantata Silicon Valley fonda il suo successo su una dura competizione imprenditoriale tra idee innovative. I fondi di Venture non fanno assistenzialismo di Stato.

Di questi tempi di crisi epocale “l’innovazione” non può essere facile, simbolica, autocompiacente. L’innovazione quella che muta le ragioni di un Paese, le aspettative delle diverse generazioni è anche dolorosa, va a stravolgere le consuetudini profonde (soprattutto nella PA). L’innovazione non è per tutti, è, prima di tutto, per quelli che hanno voglia di mettersi in gioco, di rischiare, di competere. L’innovazione è per chi ha un approccio più “mobile” verso la vita.

3 risposte su “Troppa “innovazione facile” anche negli “statigeneraliinnovazione”!!! Riflessioni irriverenti di un inguaribile realista sostenitore dell’ “Innovazione scomoda”.”

……mi iscrivo subito al Partito degli Innovatori Scomodi, quelli del “dare moneta, veder cammello”, quelli che, non sommessamente, sostengono che prima si guadagnano i soldi, ovvero ci si organizza realisticamente per guadagnarli, e poi si spendono.
Ero all’inizio con gli amici degli “stati generali”: è stata una idea buona e forse potrà essere un trigger per scatenare qualcosa…..l’importante è non credere che sia ne un governo tecnico ne un taumaturgo.
Ci vediamo domani a Roma e poi decideremo insieme, noi due e qualche altro banale ragionatore, se è giusto continuare a lavorarci sopra o se è meglio lasciare al suo destino questa barchetta piena di illusioni grandiose e….pochi strumenti per fare quattrini per tutti!

Grazie Michele, concordo in pieno l’innovazione è “per quelli che hanno voglia di mettersi in gioco, di rischiare, di competere”… Lo facciamo tutti i giorni, ognuno nel suo piccolo (qualcuno come te nel suo grande)!

Nessun taumaturgo… no… venite qui http://www.statigeneralinnovazione.it/online/21-23-settembre-2012-save-the-date-open-assemblea-degli-stati-generali-dellinnovazione/ e ne parliamo a lungo e insieme 🙂

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