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Smart cities, il ‘900, e poi….

Sono sommerso da messaggi, da articoli, da prodotti.

Il messaggio è che siamo tutti “smart”.

Ma ormai si scade nel ridicolo.

Se fosse vero (ma non dubbi che sia andata proprio così) ciò che è stato riportato dalla cronaca nel rappresentare il dibattito avvenuto alla Commissione Industria del Senato, saremmo ormai al paradosso.

Il dibattito, secondo le cronache, si è incentrato attorno all’opportunità che i libri di testo scolastici “digitalizzati” potessero o meno contenere i contenuti multimediali.

Una omerica risata vi seppellirà.

Ma come, in epoca di wiki e di crowdsourcing, di You Tube ci si attarda ancora a discutere dei libri del passato da convertire in formato PDF. Vi prego, abbiate pietà di tutti noi.

In realtà, caro Ministro Profumo, l’oggetto del contendere dovrebbe essere incentrato sulle modalità dell’insegnamento e dell’apprendimento.

Non basta dare ad ogni insegnate un IPAD per dire ai convegni: “ho fatto la rivoluzione”. E tutti ad applaudire “la novità”-

No caro Ministro, hai solo digitalizzato l’esistente senza cambiare un bel nulla. Una app e IPhone non fanno primavera.

Ormai il mondo si divide, in modo ormai manicheo, tra coloro che hanno la testa rivolta al ‘900 e coloro che guardano al futuro pensando agli effetti sociali dell’innovazione.

E il futuro è ormai contraddistinto -da qualche anno- dalla rivoluzione indotta dalle tecnologie della conoscenza.

Conoscenza appunto. L’oggetto è la conoscenza e non gli IPhone e gli IPAD.

E’ la formazione, la diffusione, la fruizione della conoscenza l’oggetto del contendere.

Altro che “smart”!!! Rendere “smart” il ‘900 è una impresa disperata.

2 risposte su “Smart cities, il ‘900, e poi….”

Come la capisco 🙂
Mia figlia fa la terza elementare, in classe hanno il famoso strumento LIM.
A parte il fatto che viene usata al posto della classica lavagna nera con gessetti … Quando ho proposto di poter fare un progetto che preveda l’insegnamento del METODO e APPROCCIO informatico, inteso come ausilio per i bimbi a sviluppare una certa forma mentis, candidamente mi sono sentita rispondere da più parti: “Informatica? Non serve, hanno già la LIM” ….
Che dire ….

Già visto tutto questo. nella seconda metà degli anni ’90 il Piano nazionale per l’informatica nella scuola era tutto centrato sulle aule multimediali, quindi hw e sw. Niente sul modello d’uso nella scuola, la creazione di contenuti, ecc. Risultato, le aule le utilizzavano i pochi docenti “impallinati” sulle tecnologie, nell’indifferenza (o rifiuto) degli altri.
La storia si ripete, di nuovo gli strumenti al centro,e nulla sull’organizzazione scolastica, sulla preparazione dei docenti, sull’innovazione delle tecniche dell’apprendimento.LA lezione è “broadcasting” o conversazione, collaborazione……….

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