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Pensieri non convenzionali sulle città intelligenti

Ho l’impressione che si sia consolidata l’idea che una Smart City o un “città intelligente” siano un obiettivo da raggiungere.

Magari si ha l’idea che l’obiettivo sia “raggiunto” quando le tecnologie si saranno diffuse in modo pervasivo. Insomma, la città intelligente è una somma di oggetti “intelligenti”, è una sorta di “digitalizzazione dell’esistente”.

Perché non cominciamo a pensare che la “città intelligente” è un processo in costante divenire, e che tale processo ha fortissime implicazione sia ordine economico, che di ordine sociale?

In fin dei conti, la storia delle città è un costante divenire durante tutta l’evoluzione del genere umano. Il concetto di intelligenza va assolutamente storicizzato.

Abbandoniamo l’idea che la tecnologia rappresenti una sorta di fine della storia.

Le tecnologie I.T. hanno accelerato tutti i processi e offrono all’uomo straordinari strumenti di progresso.

Ma, i protagonisti sono sempre gli uomini.

Cosa volete, così il dibattito sulle “smart cities” o sulle “smart communities” mi sembra immensamente più interessante.

5 risposte su “Pensieri non convenzionali sulle città intelligenti”

Caro Michele, non solo sono d’accordo, ma sono convinto che le tecnologie intanto sono già oggi molto più complete rispetto alla normale “visione ICT” e, poichè sono in divenire anch’esse, chissà quali innovazioni si realizzaranno ancora. Buona giornata
Mario

Condivido pienamente la valutazione del termine “intelligente” e vorrei aggiungere che non deve essere inteso come una delega “alla città” intesa come ente soprannaturale, ma come una qualità che devono avere i cittadini per continuamente costruire e monitorare soluzioni che meglio aiutino uno sviluppo di tutte le componenti che, per comodità, definiamo con il termine onnicomprensivo di città.

Volendo dirla con parole diverse, una città è intelligente nella misura in cui lo sono i suoi abitanti.

Se però con la definizione ‘tradizionale’ di smart cities si può essere ottimisti, con questa la vedo dura.

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