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Matteo Renzi, i social network, i dilettanti allo sbaraglio

Matteo Renzi-MicheleVianello

Nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto alle domande dei cittadini utilizzando Twitter e un hashtag #matteorisponde.

Potrebbe sembrare una cosa da nulla.

Alcuni hanno già etichettato tutto questo come “propaganda”.

E invece no, Internet, nell’immaginario collettivo, è entrato nelle casematte delle Istituzioni dalla porta principale e ha infranto regole “paludate” in uso da decenni.

Attribuisco al pomeriggio di ieri un grande valore simbolico che dovrà tradursi in una pratica costante, in risultati misurabili.

Tuttavia ieri solo una minoranza di italiani ha avuto l’opportunità di dialogare con il Presidente del Consiglio.

Chi usa Twitter, chi sa cosa è e come si usa un hashtag, ha avuto l’opportunità di comunicare con Renzi

Ecco allora il manifestarsi palese di una potenziale diseguaglianza sociale e comunicativa. Ecco manifestarsi la diseguaglianza tra chi conosce il mondo digitale e chi non lo conosce.

L’alfabetizzazione digitale di un Paese è anche insegnare l’uso consapevole delle piattaforme social e degli strumenti (l’hashtag è uno strumento) che rendono maggiormente efficace e pervasiva la comunicazione sul web.

Chi scrive di professione, tra le altre, insegna l’uso efficace dei social network, anche nella comunicazione politica.

Sono certo che nelle prossime settimane si farà sentire l’effetto imitazione.

“Lo ha fatto Renzi, lo posso fare anche io, è facile e fa tanto immagine giovane”.

In realtà la comunicazione tramite l’uso dei social (tutta la comunicazione sia business che polita e istituzionale) per essere efficace necessita di una tecnica e, soprattutto, è radicalmente diversa dalla comunicazione dei “media tradizionali”.

L’uso dei social network presuppone, per funzionare, un cambio dei paradigmi comunicativi tradizionali.

Il mondo politico e amministrativo italiano non possiede queste competenze. Essere “social oriented” non si riduce alla capacità di utilizzare qualche piattaforma.

Sono troppo pessimista?

In queste ore la campagna elettorale per le elezioni europee sta mietendo “vittime illustri”.

Sto ricevendo da parte di molti candidati candidati le richieste di “diventare amici” su Facebook, su Twitter e, udite, udite anche su Linkedin.

Naturalmente non prendo in considerazione queste richieste, sono sbagliate e di pessimo gusto.

Impazza poi la moda di postare un filmino su Facebook. Questi patetici appelli al voto non servono a nulla. Non spostano nessun consenso.

Questi esempi, veri, vi dimostrano come la via alla comunicazione social sia abbondantemente lastricata di spine.

Il fatto che Matteo Renzi usi bene questi strumenti di interazione (non sono di comunicazione) non implica che immediatamente riesca bene a tutti.

Qualche giorno fa ho parlato della necessità di declinare il social government.

Ecco, è giunto il momento davvero di imboccare la strada del social government.

#cambiodiparadigma #bidirezionalità #egovernment #partecipazione #socialgovernment  #matteorisponde

7 risposte su “Matteo Renzi, i social network, i dilettanti allo sbaraglio”

Cito: “Potrebbe sembrare una cosa da nulla. Alcuni hanno già etichettato tutto questo come “propaganda”.”

Concordo con te Michele che potrebbe sembrare cosa da nulla, ma è giusto che passi l’idea che non lo è. Detto questo, rispondere davanti ad una telecamera ad un mese dalle elezioni Europee, secondo il mio modestissimo parere, è propaganda elettorale !!! 🙁

Vedi Enrico, come metodo mi piace leggere le tendenze, commentarle, gestirle.
Ovvio che per chi fa politica l’immagine è importante, ma in questo momento mi interessa molto poco.

è solo uno strumento di comunicazione, quindi vi è il problema della conoscenza dello strumento e dell’uso che se ne fa, poi il problema della comunicazione e delle sue regole.
Sta poi a noi saper valutare in modo libero ed oggettivo.
Per questo si deve conoscere 😉

Il mondo dei comunicatori web si sforzi di far comprendere il proprio linguaggio a chi sta fuori dalla porta. Tradurre in linguaggio di tutti i giorni la tecnica, la logica e i concetti del web e’ la piu grande operazione di nuova alfabetizzazione che si possa fare. Quindi di democrazia. Ecco, ci vorrebbe un nuovo Alberto Manzi x far capire che non e’ mai troppo tardi

Hai proprio ragione Davide. L’unica osservazione è che anche nel mondo dei comunicatori web la tendenza è a volte di insegnare social con la logica dei media tradizionali. Disastro!!!!

Come può generare tanto entusiasmo la risposta di Matteo Renzi “Ora impegno per incipienti e P.IVA per abbassamento tasse”? Cosa di nuovo rispetto a tante volte che lo abbiamo sentito? Il solo fatto che venga annunciato via Twitter lo rende più credibile? Non vi sono dati ne modalità, quindi come notizia può generare al massimo una tiepida speranza, qualsiasi forma di entusiasmo non la vedo supportata dai fatti fino ad ora. Saluti

Sicuramente mi sono spiegato male io. Nessun entusiasmo. Io studio modelli comunicativi. Qui analizzo “con entusiasmo” un “nuovo” (in Italia) modello comunicativo.Quanto alle partite IVA, starò a vedere.
Sono una partita IVA anche io.

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