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Le rendite di posizione nell’economia del turismo

Due articoli, in pochi, giorni pubblicati dal Corriere della Sera.

L’uno ci parla di TWITTER, come facilitatore del turista nei rapporti con gli operatori, uno strumento in più per conoscere e vivere una città; l’altro ci parla della connettività WIFI negli alberghi.
Hotel Wifi

La rete, ormai da molto tempo, ha fatto irruzione nell’economia turistica, consolidando i nuovi fattori di competizione.

Expedia, TripAdvisor sono strumenti utilizzati diffusamente. Ogni città, o istituzione culturale vuole sperimentare le guide online. Venezia vende online i suoi prodotti attraverso il portale “VeniceConnected”.

Questi fenomeni sono studiati ampliamente, sono amati o odiati. Ciò a ragione e/o a torto.

I due articoli richiamano la nostra attenzione su fenomeni rivoluzionari del costume: dopo Facebook, Twitter si presenta come un formidabile medium, un pervasivo strumento di dialogo e di condivisione.

Per funzionare tuttavia necessitano di una precondizione culturale: l’operatore turistico, sia esso un albergo o un negozio è costantemente disponibile al dialogo e all’interazione con il turista offrendogli un servizio.

Il WIFI sembra essere ormai uno dei servizi che fanno la differenza nella scelta, o meno, di un albergo.

L’articolo tuttavia denuncia i prezzi altissimi praticati da molti alberghi e la scarsa presenza (o qualità) della connettività.

Un concetto accomuna questi due articoli (episodi-storie?), la tecnologia, la rete, il WEB 2.0, sono entrati prepotentemente nel mondo dell’economia turistica.

Essi sono componenti essenziali per il marketing, per l’offerta alberghiera, per il successo di una località. Come è lontano il tempo della prenotazione fatta in agenzia, orientandosi attraverso gli opuscoli cartacei.

Ovviamente, in questo contesto, nessuno può pensare di vivere di facili rendite di posizione, anche se opera in una città d’arte.

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