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Innovatori P.A.. Per non frustrare i nostri sforzi.

Il tavolo Amministrare 2.0 ieri ha discusso di Open Government Data.
Abbiamo indicato le dimensioni dell’open government data:
politica;
giuridica;
tecnico-informatica;
tecnico-divulgativa;
etica;
sociale;
organizzativa;
internazionale.
Li, con molto entusiasmo abbiamo cominciato a discutere. Cito schematicamente alcune riflessioni.
Ostacoli, la politica che non capisce; il burocrate che si difende.
Dobbiamo prevedere le conseguenze organizzative del cambiamento.
Ipotizzare la condivisione dei dati anagrafici, cartografici. Chi gestisce i SIT?
Il potere e la discrezionalità, non sono un problema normativo.
Però soffriamo di limiti anche di carattere burocratico e normativo. ecc
Questa mattina, organizzato da IBM, un gruppo di decisori politici ed amministrativi discuterà di smart city, “Progetti e tecnologie per città più intelligenti”.
Ancora chiacchiere?, ancora frustrazione? “sarebbe bello, ma la normativa,, il Governo, l’opposizione, la Confindustria……….ecc.ecc.”
Ieri sera, chiacchierando con alcuni amici, continuava a girarmi per la testa questo interrogativo: “ciò che facciamo, che abbiamo fatto, serve a qualche cosa?, come può influire al cambiamento della PA Italiana (al cambiamento dell’Italia, in definitiva)”.
Non possiamo e non dobbiamo diventare “innovatori” per professione!!!
Ci sono persone, molte incontrate ieri, che vorrebbero cambiare, ma non possono. Non siamo i più bravi, non possiamo frustrare le loro aspirazioni.
Come possiamo fare sì che le nostre aspirazioni “si trasformino in realtà?”. Temo, altrimenti che chi partecipa al gruppo “Innovatori” lascerà perdere. I tempi sono difficili, prima o poi, di fronte alla drammaticità della crisi, qualcuno ci dirà che “i problemi sono altri”.
Open government non è una magica formula per stupire al Forum PA del 2010, è un atto che aiuta a cambiare il Paese.
Consapevoli di essere una minoranza (di disubbidienti, come ripetiamo spesso con vezzo intellettuale) la nostra riflessione c’entra ormai poco con la tecnica, è tutta politica.
Cosa facciamo? chi ci ascolterà? In fin dei conti siamo in minoranza, ma non siamo pochi!!! Perché frustrare il nostro entusiasmo.
Continuiamo, consapevoli però che quella circolare del Governo USA che ci ha fatto parlare di open government, è frutto del lavoro di Obama, un signore che ha fatto del WEB e del cambiamento (davvero, non attraverso inutili decreti) una bandiera.

Il tavolo Amministrare 2.0 ieri ha discusso di Open Government Data.Abbiamo indicato le dimensioni dell’open government data:politica;giuridica;tecnico-informatica;tecnico-divulgativa;etica;sociale;organizzativa;internazionale.Li, con molto entusiasmo abbiamo cominciato a discutere. Cito schematicamente alcune riflessioni.Ostacoli, la politica che non capisce; il burocrate che si difende.Dobbiamo prevedere le conseguenze organizzative del cambiamento.Ipotizzare la condivisione dei dati anagrafici, cartografici. Chi gestisce i SIT?Il potere e la discrezionalità, non sono un problema normativo.Però soffriamo di limiti anche di carattere burocratico e normativo. ecc Questa mattina, organizzato da IBM, un gruppo di decisori politici ed amministrativi discuterà di smart city. Ancora chiacchiere?, ancora frustrazione? “sarebbe bello, ma la normativa,, il Governo, l’opposizione, la Confindustria……….ecc.ecc.”Ieri sera, chiacchierando con alcuni amici, continuava a girarmi per la testa questo interrogativo: “ciò che facciamo, che abbiamo fatto, serve a qualche cosa?, come può influire al cambiamento della PA Italiana (al cambiamento dell’Italia, in definitiva)”.Non possiamo e non dobbiamo diventare “innovatori” per professione!!!Ci sono persone, molte incontrate ieri, che vorrebbero cambiare, ma non possono. Non siamo i più bravi, non possiamo frustrare le loro aspirazioni.Come possiamo fare sì che le nostre aspirazioni “si trasformino in realtà?”. Temo, altrimenti che chi partecipa al gruppo “Innovatori” lascerà perdere. I tempi sono difficili, prima o poi, di fronte alla drammaticità della crisi, qualcuno ci dirà che “i problemi sono altri”.Open government non è una magica formula per stupire al Forum PA del 2010, è un atto che aiuta a cambiare il Paese.Consapevoli di essere una minoranza (di disubbidienti, come ripetiamo spesso con vezzo intellettuale) la nostra riflessione c’entra ormai poco con la tecnica, è tutta politica.Cosa facciamo? chi ci ascolterà? In fin dei conti siamo in minoranza, ma non siamo pochi!!! Perché frustrare il nostro entusiasmo. Continuiamo, consapevoli però che quella circolare del Governo USA che ci ha fatto parlare di open government, è frutto del lavoro di Obama, un signore che ha fatto del WEB e del cambiamento (davvero, non attraverso inutili decreti) una bandiera.

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