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Grandi Città “intelligenti” e “ricche”

L’errore di dipingere la “città intelligente” come un luogo di “macchine intelligenti”, si manifesta quando si deve discutere di scenari economici e sociali.

Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo su uno studio di McKinsey Global Institute  “Urban world: cities and the rise of consuming class“.

Nello studio viene delineato uno scenario secondo il quale l’Italia presenta una sola città (Milano) in grado di competere sugli scenari globali.

L’assenza di metropoli costituisce un indicatore che il nostro Paese tende ad indebolirsi sempre di più, talché nel 2025 Milano uscirà dal novero delle città più ricche.

Quando parliamo di “città intelligenti” non dobbiamo perdere di vista, mai, l’obiettivo della produzione di ricchezza, di benessere sociale, di modernità. La città intelligente è una città che aggrega.

La grande competizione non si gioca più tra stati nazionali, ma tra aree urbane. Meglio, si gioca tra reti di aree urbane.

Uscire da queste reti ha come conseguenza la marginalità di un territorio e di un Paese.

p.s. Secondo McKinsey la terza Città italiana a produrre ricchezza (ad essere più ricca) è Venezia.

Chissà perché, forse per le imprese di Marghera??

2 risposte su “Grandi Città “intelligenti” e “ricche””

ciao Michele,
aggiungerei al tuo punto di vista, che condivido in pieno, che la città intelligente è uno dei tre pilastri della città del futuro. gli altri due sono sostenibilità e inclusività. la città intelligente è una città non solo che aggrega attraverso le reti, ma è anche una città che include, che accoglie e accudisce (persone, famiglie, imprese, enti culturali, ecc.) e lo fa in modo sostenibile. è una città che si sviluppa, non una città che cresce. e lo sviluppo oggi può avvenire solo se si usano le reti e se si lavora in sistemi di reti. ma a mio parere la città intelligente vince la competizione se e solo se al centro mette l’uomo, la persona, non le macchine. un errore, quest’ultimo, che stanno facendo tutti, a partire dal MIUR e dai suoi bandi…

Federico

Caro Michele,
un tema collegato allo sviluppo delle città è collegato a come la vita si aggrega nei condomini e/o nelle micro zone abitative. L’intelligenza della città, a mio parere, si misurerà nella capacità di progettare, condividere e scomettere su servizi KM 0. Cerco di spiegarmi, la città intelligente non è il risultato di una mega programmazione, ma di un’aggregazioni attorno a “servizi” condivisi (cohoasing, energia autoprodotta e in futuro conservata, lavanderia comune, riciclo dell’umido e produzione compost condiviso, colonnine per ricarica auto eletriche condivisa, WiFi outdoor e indoor federato, servizi di depurazione microfiltratura dell’acqua – niente più acquisti acqua minerale – ecc.). Sono servizi che hanno valore e possono essere economicamente sostenibile perchè c’è un investimento nella progettazione e la gestione da parte degli utenti, che ricevono dei ritorni economici a medio termine e da subito hanno qualità della vita migliore.

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