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Esuberi nella Pubblica Amministrazione. Il bisogno di cambiare. Mi autodenuncio.

Sono anche un datore di lavoro. In quanto datore di lavoro devo rispondere della sicurezza nel posto di lavoro dei miei collaboratori. Mi hanno spiegato che ci sono precisi vincoli di legge.

Fino a qui tutto bene.

I guai cominciano quando devo sottopormi ad una sorta di interrogatorio su una cosa chiamata “Valutazione dei rischi derivanti dall’uso di attrezzature munite di videoterminali”.

La terminologia è ottocentesca. Cosa sono le “attrezzature munite di videoterminali”?? Boh!!!

Ma noi siamo nomadi, usiamo i tablet, vogliamo abolire l’uso delle scrivanie. Avete presente quel retaggio del passato, l’estensione del proprio salotto domestico, munito di fotografie, tendine e vasi di fiori. Proprio quel simbolo dell’ “IO” nell’età della condivisione.

Ci interessano poco le sedie girevoli, vogliamo lavorare seduti su un divano, per terra, sulle scale (avete presente Google, Facebook).

Fra pochi anni il 50% delle persone lavoreranno così, in mobilità, in luoghi di condivisione. Fra pochi anni avremo abbandonato l’idea preistorica che i tempi (i luoghi) di lavoro e di vita sono rigidamente separati.

Cosa c’entra con la P.A. mi direte? C’entra.

Chi spiegherà ad un solerte burocrate dell’ASL che non siamo fuorilegge, che anzi facciamo felici quelli che lavorano da noi.

Chi lo spiega alla burocrazia che un Parco Scientifico (un luogo di coworking) non sono una fonderia o un ufficio tradizionale.

Capite che la mia è una sorta di autodenuncia. Non sarò in regola. Tra un paio di mesi la Direzione di VEGA sarà totalmente decontestualizzata.

Aiutatemi, decontestualizzate i vostri uffici, i vostri luoghi di lavoro, creiamo finalmente una nuova generazione di lavoratori nomadi.

Ovviamente il Sindacato non capirà nulla ma, non importa, il passato non ci interessa.

1 risposta su “Esuberi nella Pubblica Amministrazione. Il bisogno di cambiare. Mi autodenuncio.”

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