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Elezioni, banalità, sondaggi, “Città intelligenti”

Ci risiamo, chiamatele come vi pare, smart cities, città intelligenti, l’argomento è diventato di moda.

Il tema è stato poco approfondito nonostante i convegni, gli speech, i guru che si avvicendano sul podio.

L’intelligenza nelle città nell’epoca moderna è un’esigenza, non una moda.

In coda ho aggiunto un pò di link che dimostrano l’approssimazione con cui si affronta questo tema. In particolare segnalo la solita “prodezza” di Telecom: la cabina intelligente presentata in pompa magna a Torino.

Un consiglio a Telecom: vendete connettività telefonica, il resto non fa per voi.

Ho grande rispetto per Piero Fassino, ma se afferma che la “cabina intelligente” è il “pilastro” delle strategie smart per Torino, poveri noi!!!

Ho aggiunto poi qualche “chicca”, figlia di campagna elettorale, in cui tutti i candidati a “qualche cosa” si scoprono “mediamente” smart.

Sottolineo allora la necessità di fare una vera e propria “rivoluzione culturale” per far capire le straordinarie opportunità che si possono presentare al “genere umano” se fosse messo nelle condizioni di generare e usare l’intelligenza figlia dei dialoghi che le tecnologie web mettono a disposizione di noi tutti.

Avverto questa esigenza anche alla luce del sondaggio promosso dall’Associazione “Meet the Media Guru” “Sei pronto per le Città intelligenti?”.

Non conosco di criteri ai quali si sono ispirati i promotori per scegliere i quesiti. A naso, il taglio è molto (troppo) “rattiano”.

Opportune le richieste sulle disponibilità ad essere georeferenziati, tracciati. Giusto, sono d’accordo. Traduciamo brutalmente: a quanta privacy sei disposto a rinunciare per affermare stili di vita e di governo intelligenti?

Massima soddisfazione da parte mia quando leggo che i film preferiti sono Avatar (attorno alle suggestioni di quel film ho costruito le idee progettuali di un edificio “intelligente”) e Blade Runner (wow!!!).

Sconcerto e disapprovazione quando leggo invece le banali preferenze espresse dagli intervistati (chiaramente influenzati dal pensiero rattiano) sull’uso dei dati.

L’uso del dato e della conoscenza sono il fondamento su cui si regge la “città intelligente”: servono a pianificare un governo condiviso degli ambienti urbani.

Forse va spiegato che, sapere dove va un rifiuto, o conoscere il tempo di percorrenza di un mezzo pubblico rappresenta una assoluta banalità se questi dati non sono messi in rapporto con la politica e il governo di un’area urbana.

Per piacere, allora, non sprechiamo tempo ed energie in questi tempi tristi e di “pensiero debole”.

Vi lascio alla letture di alcune perle:

Bari “intelligente”? Ecco sette progetti (per la serie old economy);

Comunicato del movimento 5Stelle sulla banda larga (per la serie spartiamoci le spoglie dell’Italia)

La lista Poliseno lancia la proposta viabilità (per la serie anche a Cassano Magnago si parla di smart city).

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