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Città intelligenti e “civic media”

Ieri ho coordinato la lectio magistralis di Luca de Biase sulle Smart Cities, organizzata dal VEGA e dallo IUAV.

Il livello qualitativo dell’intervento di De Biase è stato, come sempre, altissimo, egualmente il livello degli interventi. Mi limito a segnalare alcuni concetti attorno ai quali intendo prossimamente approfondire la ricerca.

La città intelligente è contraddistinta da questi tre fattori: i dati devono essere aperti, deve esserci una sensoristica diffusa, deve esserci una rete (intesa sia in senso delle connessioni , che fisica).

L’insieme di questi tre fattori fa si che la città sia una piattaforma.

E, più la piattaforma è progettata e gestita in modo aperto, più si creano le condizioni  perché la città (una comunità) sia intelligente.

Gli esempi, con le dovute cautele, assimilano le piattaforme stile Facebook al “regno” dell’esaltazione dell’individuo, una piattaforma come wikipedia all’opposto consente il sostegno ad un progetto condiviso.

L’attività collaborativa di una comunità consapevole ci restituisce una narrazione comune della città. È ciò che Luca de Biase definisce, con un bellissimo concetto, civic media.

La politica, più attenta al futuro e agli scenari, non succube (culturalmente) dei vendors non dovrebbe limitarsi -come purtroppo vedo fare- ad inseguire la moda “Smart” bensì ridare una funzione erica alla vita della città. È tempo che le persone si riapproprino dell’ “intelligenza”.

1 risposta su “Città intelligenti e “civic media””

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