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Buon anno “Città intelligente”

Perché non pensare che le risposte alla crisi economica possono avvenire solo dalla trasformazione dell’ambiente urbano.

D’altronde le aree urbane sono i luoghi in cui si concentrano assieme le tensioni sociali e gli effetti negativi della crisi.

Le aree urbane sono i luoghi dove si manifestano con maggiore forza tutti i sintomi della “insostenibilità ambientale”.

Contemporaneamente le aree urbane sono i luoghi dell’innovazione tecnologica e sociale, della modernità, della speranza.

Le aree urbane sono i luoghi dove pensare e sperimentare nuove politiche di welfare.

Le aree urbane sono i luoghi dove si possono praticare politiche di sostenibilità ambientale.

Le aree urbane possono essere il luogo dell’intelligenza, che diventa “intelligenza collettiva” grazie al WEB.

Le aree urbane devono essere IL LUOGO per eccellenza del 2012.

Un piccolo contributo da parte mia. Un manifesto di principi per la costruzione di “Città Intelligenti”. Una pagina su Facebook, un nome strano e intrigante “Costruiamo una Chat city“.

Se vi piace, commentate e soprattutto LIKE sulla pagina Facebook.

Grazie e…buon 2012.

p.s. le fotografie che illustrano il manifesto sono tutte mie, la lettura, da sola, poteva risultare noiosa!!!

 

4 risposte su “Buon anno “Città intelligente””

La prima caratteristica che deve avere una Città Intelligente è la capacità di non ribaltare sul cittadino le proprie inefficienze, deve invece togliere al cittadino tutti quei compiti che possono essere svolti in autonomia dai sistemi informativi connessi grazie ai dati pubblici.
La Città Intelligente, inoltre, abilita il trasporto sostenibile grazie al fatto che questo è più “conveniente” del trasporto privato, la convenienza non è un fattore unicamente economico, ma mette in relazione altri elementi quali: la comodità e l’agilità.
My 2 cents.
Ciao
Max

Ottima dichiarazione di principi e “vision” della città. Condivido in pieno, e credo debba arricchire la proposta di “piano strategico” che è uno degli obiettivi dell’iniziativa degli stati generali dell’innovazione. I position paper elaborati sono già su questa lunghezza d’onda. Non condivido invece sostanzialmente tre cose: l’estremizzazione sulla privacy (oggi mera burocrazia, ma il problema è secondo me l’attuazione e non il principio), il termine “chat city”- che mi sembra poco evocativo dei principi che hai riassunto ottimamente nelle slides, il termine “city user” – che evoca un “city producer” e un rapporto subalterno tra chi progetta e realizza e chi utilizza ed esprime i requisiti, mentre alla base di tutto è la partecipazione attiva del cittadino anche nella realizzazione della città.
Quando sei a Roma per parlare delle azioni su questo campo e del futuro della comune iniziativa SGI?

Caro Nello grazie per il commento molto puntuale. A gennaio sono a Roma. Unica osservazione: uso il termine city user in opposizione ad una idea tardo ottocentesca che in una città esistano i residenti anagrafici e poi, gli altri. La città è di tutti quelli che la vivono e la usano. Al cloud sociale contribuiscono tutti i dialoghi. Questo è il senso.

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