Categorie
Senza categoria

Ancora su come impedire la riforme della PA (e vivere felici). Provocazione: il prossimo convegno facciamolo aprire a chi non ha rapporti con la burocrazia dello Stato

Il mio precedente post ha avuto numerosi riscontri, quindi….continuiamo!!!

In particolare sottolineo le ottime osservazioni di Flavia Marzano, molto attenta e competente.

Ovviamente l’adozione del cloud computing comporta la necessità di affrontare ancora numerose criticità. Rimando a numerosi studi prodotti da Gartner.

Tuttavia non posso esimermi dal sottolineare come i principali CEO italiani (non USA!!! v. tabella riportata) ritengano che cloud computing e virtualizzazione siano da consideraee le principali innovazioni tecnologiche da applicare.

Ciò perché si è consolidato il giudizio  che le tecnologie cloud (risolte le diffidenze del possesso del dato, della sicurezza ecc.) possano essere la risposta a note necessità di recupero di efficienza, di taglio dei costi e anche, della sicurezza nella gestione dei dati (disaster recovery in primis).

Mi permetto inoltre di sottolineare come la fine della cultura del “possesso del dato” possa generare benefici nella cultura aziendale.

Condividere dati (cloud ibrido), metterli in relazione tra di loro, può innescare in un’azienda benefici che evidentemente non sto a spiegare tanto sono evidenti.

Questi processi sono necessari e applicabili anche alla PA italiana? Evidentemente si.

L’open government data altrimenti si riduce ad una richiesta di trasparenza nella migliore delle ipotesi o a una “variabile tecnica” del data.

Mi permetto di insistere, per le sue intrinseche “doti” tecniche e culturali, l’adozione del cloud computing può rappresentare una straordinaria opportunità per tutta la PA italiana (ma non solo).

Il sottoscritto che lavora ormai “a tempo pieno” sullo sviluppo delle smart cities non può concepire un’architettura tecnologica e della governance smart senza il cloud computing. (v ad es.alcune mie slide)

La mia provocazione, ma non tanto, è rivolta invece agli amici del Forum PA.

Mi permetto un suggerimento, di innovazione non facciamo più parlare i burocrati, i conservatori dell'”ordine costituito”, anche se potenti.

La difesa di un valore come quello della privacy non può essere utilizzata per bloccare l’innovazione e così difendere sé stessi e la propria funzione.

Giudizio violento? Assolutamente sì, ne va del destino del Paese.

Non a caso concludo con uno slogan del ForumPA del 2008: L’innovazione è contagiosa”.

2 risposte su “Ancora su come impedire la riforme della PA (e vivere felici). Provocazione: il prossimo convegno facciamolo aprire a chi non ha rapporti con la burocrazia dello Stato”

Lascia un commento