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Smart city - Smart Citizen

10 previsioni per le #smartcities. Verso la figura dello smart citizen.

Sono state pubblicate le previsioni per il 2014 di IDC (una delle più importanti società di consulenza mondiali) sulle Smart Cities.

(IDC Government Insights Releases Top 10 Worldwide Smart Cities Predictions for 2014 ).

Come si vedrà le analisi sono molto incentrate sull’uso e sull’evoluzione delle tecnologie I.T.. In particolare si insiste particolarmente sullo sviluppo delle piattaforme di cloud computing e sull’evoluzione dei device mobili.

E, d’altronde, non poteva che essere così. Tuttavia, mi permetto di sottolineare tre altri fattori i quali, per affermarsi, avranno la necessità di un forte protagonismo dei cittadini. Chi mi segue sa che, da tempo, sottolineo come la smart city si fondi, prima di tutto sulla figura -tutta da costruire- dello smart citizen.

Sono i cittadini consapevoli delle potenzialità insite all’I.T. che può fare si che una città sia veramente smart. L’uso del social gaming potrà affermarsi come una metodologia e una prassi per favorire la partecipazione democratica.

IDC comincia a fare emergere questo fattore (Prediction 3 – The key enabler of omni-channel citizen experience will be mobile).

Mobile e social network assieme, possono dettare un nuovo protagonismo consapevole anche nella vita politica e amministrativa di un’area urbana.

L’altro elemento essenziale è l’affermarsi della rivoluzione dei Big Data. Nella generazione del valore economico per una città e per una economia l’uso dei dati sarà sempre di più un fattore essenziale (ne ho scritto diffusamente sia sul blog che sul mio libro Smart Cities-gestire la complessità urbana nell’era di Internet).

Ma, anche in questo caso, mi pongo un interrogativo. Il mondo pubblico e il “cittadino sensore” possono essere dei formidabili generatori di dati pregiati.

Sarebbe opportuno ragionare di un uso sociale del dato e di una definizione anche sul piano giuridico del “dato di pubblica utilità”.

Naturalmente le politiche del mondo pubblico “cloud oriented” dovrebbero essere finalizzate all’utilizzo dei dati piuttosto che alla loro mera produzione e conservazione.

Infine, IDC sottolinea il valore economico che nel 2014 sarà indotto dal mondo di Internet of Things negli ambiti urbani (Worldwide Smart City spending on the Internet of Things will be $265 billion in 2014).

La mia riflessione finale sottolinea la necessità che, di fronte a politiche economiche e sociali come quelle tratteggiate, un intero Paese debba dotarsi di una “politica industriale” degna di questo nome, dal segno culturale profondamente innovativo.

Si comprende di più perché molti osservatori (tra i quali chi scrive) lamentino la assoluta inadeguatezza di una agenda digitale rivolta esclusivamente e in modo discutibile al mondo pubblico.

La vera politica industriale per un Paese è ormai quella che definiamo “Internet Oriented.

Su questi argomenti tengo corsi di formazione grazie alla mia collaborazione con la Maggioli Editore. Mi permetto di segnalarvi:

La comunicazione istituzionale nelle smart city

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